PENSIERI ESTRATTISTI

Estrarre un’immagine da un contesto globale e attraverso la pittura, con il colore e la materia, trovare elementi a me indispensabili e conservarne intatta l’atmosfera globale.

Rosanna Bonavia

 


 

“Frammenti di memoria”
Il lavoro che sto elaborando in questo ultimo periodo penso sia molto coerente con l’arte contemporanea, perchè si basa sull’uso di immagini con una marcata conformazione fotografica che trae spunto dal contesto urbano nel quale noi viviamo ed una connotazione ad un linguaggio affine ai mass-media contemporanei.
La percezione visiva che ne deriva, per me è molto stimolante, perchè seleziono determinati luoghi cittadini (per fotografarli), ricchi di segmenti e linee dinamiche che agiscono attraverso tensioni dimensionali con modulazioni spaziali e incidono in maniera preponderante sulla composizione dei miei quadri.
Evitando una retorica espressiva non intendo rappresentare quelli che sono i simboli ormai troppo sfruttati delle contraddizioni e dei contrasti sociali che caratterizzano il nostro tempo (droga, traffico caotico, degrado urbano, ecc.) preferisco elaborare una ricerca estetica che, attraverso la ricomposizione di frammenti di determinate immagini, volga a ottenere un’interpretazione solistica e poetica.
Questa mia esigenza espressiva nasce da un rifiuto di omologazione sociale, perchè‚ nella nostra società i mass-media bombardandoci di innumerevoli quantità di immagini e suoni esercitano su di noi un’azione compulsava e ossessiva, segni, simboli, messaggi visivi sempre più veloci ed incessanti provocano nella nostra psiche un black-out percettivo, un ingorgo cerebrale con l’assenza di pause che ci impediscono di riflettere e ragionare criticamente anche di fronte alle atrocità umane.
Di fronte a tale degenerazione della comunicazione di massa, cerco, usando l’elaborazione artistica, di ricomporre un equilibrio visivo atto a ridefinire una concezione formale di uno spazio visivo razionale che ci introduca attraverso l’unit… delle parti in un pensiero poetico, evocando e collegando attraverso un’azione mnemonica, situazioni gi… vissute per mezzo di una sincronizzazione temporale.
Questo mio lavoro tende a far emergere una percezione “tattile” che ci faccia emozionare, Il punto essenziale delle n£e opere, dunque, consiste nefl’utilizzazione di frammentazioni visive (tagli fotografici) intrise di un linguaggio mediatico contemporaneo e seguendo un metodo compositivo creo un “rallentamento” percettivo delle immagini e in un secondo tempo attraverso l’intervento della materia pittorica la rappresentazione assume un significato che contiene nel suo insieme oltre alla tecnica un messaggio narrativo.

Gianni Bergamin

 


 

L’ho pensato come un viaggio nel frammento dei pensieri e dei sentimenti: più delicati, nascosti, appassionati, profondi, più tormentati e non, e che a volte fuoriescono liberamente, a volte a fatica, nelle loro varie sfaccettature. Quasi come uno scavo archeologico dell’anima.
Quindi, nello specifico, parole e simboli come un vento di pensiero – anima che porta con sé i frammenti della mia ricerca tematica. Un vento che esce dal più profondo dell’anima, a volte come un canto libero, o a bocca chiusa; a volte come un suono musical – canoro, nitido o confuso, che si è concretizzato nelle opere presentate come “Anima Estratta”.

Mariella Loro

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L’Estrattisimo per definizione divide e per deduzione unisce.
Se io metto un oggetto vicino ad un altro e li ritraggo, sono sempre e solo due oggetti uno vicino all’altro; se io metto due oggetti vicini e quello che vedo lo frammento, ecco che non sono più due oggetti distinti ma diventano una cosa sola. Da una divisione si crea un dialogo e una commistione di oggetti diversi.

Mery Rigo

 


Cogliere un Frammento…. Di un’ immagine, di un pensiero, di un oggetto sfruttato e usato.
Entrare al suo interno per scoprirlo, usarlo, scomporlo e poi ancora viverlo, raccontarlo evidenziando gli attimi felici o infelici, i momenti chiari da quelli scuri, le situazioni iniziali da quelle finali sino alla trasformazione dell’essere che ci porta a una vita nuova in un’altra dimensione in un altro tempo.

• Questa è la vita materiale di una “STAMPA DI PROVA”
• Di un’immagine pubblicitaria che come noi… passa e si trasforma e si ricicla
• Come noi crediamo o come noi vogliamo.

Grazie per aver letto e osservato la mia opera.

Maurizio Rivetti

 


 

La proposta di Mery Rigo mi ha incuriosita prima e affascinata poi. Quante volte abbiamo visto un’immagine frammentata e riflessa nei vetri di un edificio a specchi, o quante volte abbiamo visto una sequenza o un’immagine suddivisa nei quadrati di un megaschermo…
Il guardare porzioni e frammenti di immagini fa parte della nostra quotidianità, ma farlo diventare un linguaggio artistico è un’operazione che mi ha “intrigato”.

Come sempre poi sono le cose più semplici ed essenziali, quelle che forse ci sembrano naturali e persino ovvie, quelle che vale la pena di mantenere e di approfondire.
Sono sempre stata interessata a sperimentare tecniche e materiali differenti questa volta mi sembra siano l’approccio, la disposizione mentale e la percezione stessa a dover essere modificate: il soffermarsi su una porzione di una tela implica una maggiore attenzione e una non “secondarietà” di nessuna parte dell’opera. Se, in ogni quadro ad esempio, c’è una parte o una zona cromatica che diviene il fulcro di tutta l’opera, quella verso cui l’occhio è attratto, con l’estrattismo ogni parte ha autonomia e dignità propria, pur rimanendo indispensabile in una visione globale.
Inoltre un’opera frammentata implica operazioni mentali dinamiche da parte dell’artista, sia che parta da superfici già suddivise sulle quali lavorare, sia che “sezioni” il lavoro ultimato con tagli successivi (forse anche dolorosi).

Quest’operazione del “taglio” è quella che ho utilizzato nelle opere realizzate per questa esposizione, tutte opere di Fiber Art, nelle quali all’intaglio, alla decoloritura o alla detessitura, si è aggiunta la separazione netta delle trame e degli orditi recisi per creare piccole superfici, con significati essenziali, però.
Inoltre questo recidere superfici tessili, “tessus decoupés”, non ha portato a cercare soluzioni per “fermare i margini e metaforicamente mi sono trovata a “fermare la mente” sul piccolo, sul particolare e riflettere sull’importanza delle piccole cose che compongono quelle grandi, sull’importanza della scelta che decide un taglio netto, irreversibile, per riappropriarsi della consapevolezza di poter agire in modo libero.

Luisella Rolle

 


 

L’estrapolazione di un frammento di vita o di memoria, di spazio e tempo, è già in un certo modo dentro i riquadro del mio terzo occhio.
L’estrattismo è intrinseco ma sotterraneo in un’immagine fotografica.
La mia ricerca è una sottile esasperazione di questo ritaglio di spazio.
Sottile perché rimane comunque e ovunque intorno a noi; esasperata perché l’immagine già estrapolata è qui un insieme di frammenti del suo riflesso che diventano il punto focale dell’opera. Il nostro riflesso è anche il riflesso di ciò che ci circonda.
La realtà si specchia nelle sue mille forme e interpretazioni, fino a sfiorare il piano del sogno e della memoria.
Ma dove saranno allora i confini dei piani?

Stefano Stranges

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